Profilassi con Maribavir per la prevenzione della malattia da citomegalovirus nei riceventi trapianti allogenici di cellule staminali


I farmaci disponibili contro il citomegalovirus sono legati a reazioni avverse che ne compromettono l’uso profilattico nelle persone che ricevono trapianti allogenici di cellule staminali.

Uno studio ha valutato la sicurezza, la tollerabilità e l’attività antivirale di Maribavir per os in tali pazienti.

In questo studio placebo-controllato, randomizzato, in doppio cieco, multicentrico e di fase 3, sono stati arruolati pazienti adulti riceventi o donatori sieropositivi per citomegalovirus sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali.

I pazienti sono stati arruolati in 90 Centri in Canada, Europa e Stati Uniti.

Dopo attecchimento, i pazienti sono stati stratificati per status sierologico del ricevente per citomegalovirus e regime di condizionamento ( mieloablativo o a intensità ridotta ) e sono stati assegnati in maniera casuale e in un rapporto 2:1 a ricevere Maribavir 100 mg 2 volte al giorno oppure placebo fino a 12 settimane, con analisi settimanali ematiche per citomegalovirus.

In caso di identificazione del virus, la somministrazione del farmaco dello studio è stata interrotta ed è stato iniziato un trattamento preventivo anti-citomegalovirus.

L’endpoint primario era la malattia da citomegalovirus entro 6 mesi dal trapianto e le analisi sono state effettuate per intention-to-treat.

Nel periodo 2006-2008, 681 pazienti sono stati arruolati e assegnati a ricevere Maribavir ( n=454 ) o placebo ( n=227 ).

L’incidenza di malattia da citomegalovirus entro 6 mesi è stata di 20 su 454 ( 4% ) per il gruppo Maribavir e di 11 su 227 ( 5% ) per il gruppo placebo ( odds ratio, OR=0.90 ).

Durante i 100 giorni dopo il trapianto, i tassi di infezione da citomegalovirus in base al test dell’antigenemia pp65 sono risultati più bassi nel gruppo Maribavir ( 26.4% ) che in quello placebo ( 34.8%; OR=0.67 ), ma non quando misurati mediante PCR per il DNA plasmatico di citomegalovirus ( 27.8% vs 30.4%; OR=0.88 ) e neppure con l’inizio del trattamento contro citomegalovirus ( 30.6% vs 37.4%; OR=0.73 ).

Maribavir è risultato ben tollerato: la maggior parte degli eventi avversi, inclusi malattia del trapianto contro l’ospite ( GVHD ) e neutropenia, hanno interessato entrambi i gruppi in egual misura, ad eccezione dei disturbi del gusto ( 15% Maribavir, 6% placebo ).

In conclusione, rispetto a placebo, la profilassi con Maribavir non previene la malattia da citomegalovirus quando iniziata dopo l’attecchimento.
La malattia da citomegalovirus come endpoint primario potrebbe non essere sufficiente a dimostrare miglioramenti nella prevenzione dell’infezione da citomegalovirus in persone che ricevono trapianto allogenico di cellule staminali nel contesto di trattamento antivirale preventivo.
Negli studi futuri dovrebbero essere utilizzati endpoint compositi clinici e virologici. ( Xagena2011 )

Marty FM et al, Lancet Infect Dis 2011; 11: 284-292


Inf2011 Farma2011


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